Parlare di O&M Operation & Maintenance in ambito fotovoltaico ci fa pensare, soprattutto in Italia, al parco fotovoltaico esistente e a quella tipologia di interventi di manutenzione effettuati per necessità su impianti realizzati senza particolare attenzione ad aspetti come progettazione, installazione e componentistica, con ovvie ripercussioni negative sulle performance degli impianti stessi e sul business plan di chi ha investito nel fotovoltaico. Ma l’O&M ovviamente non è solo questo.
Manutenzione preventiva, monitoraggio, revamping, repowering, videosorveglianza e cura dei componenti sono attività di routine che hanno il preciso scopo di migliorare le performance di qualsiasi impianto fotovoltaico e, soprattutto, di limitare al minimo gli interventi di manutenzione straordinaria e i relativi costi.
A darci un’idea dell’ordine di grandezza di queste spese, e del peso che hanno per chi investe negli asset rinnovabili, è una recente ricerca di Wood Mackenzie che, oltre a stimare il peso delle riparazioni impreviste intorno ai 3000$/MW/anno, prospetta una aumento degli investimenti in operazioni di O&M annuali dai 4,5 miliardi di dollari attuali a ben 9 miliardi nel 2024.
Questi aumenti sono legati soprattutto ad alcuni fattori di mercato come la costruzione di nuovi impianti legata alla crescente richiesta di energia da fonti rinnovabili a livello globale e nei paesi in via di sviluppo (+18% nel 2019), e l’obsolescenza del parco fotovoltaico esistente.
Ad esempio l’ammontare di inverter a fine vita nel 2019 è stimato in un totale di 21GW, circa il 3,4% del mercato globale, e ben 174GW di impianti avranno inverter più vecchi di 10 anni entro il 2024.
Difronte a cifre di questa entità è inevitabile che gli asset manager e chi investe capitali nell’industria fotovoltaica siano alla costante ricerca di una soluzione per ridurre al minimo i costi di gestione e manutenzione.
Questa soluzione si chiama tecnologia digitale e si concretizza nell’uso di piattaforme di monitoraggio e telecontrollo di nuova generazione e di intelligenza artificiale.
L’impiego di sistemi di monitoraggio e telecontrollo nell’industria fotovoltaica ha già permesso grandi miglioramenti nella razionalizzazione dell’intervento umano diminuendo la quantità di personale tecnico necessario alla manutenzione di un singolo MW di potenza.
Negli ultimi anni infatti siamo passati da un rapporto di 1 tecnico per 20MW a uno ben diverso di 1 tecnico per 40-60MW, tuttavia c’è ancora molto che la tecnologia digitale può fare.
Nella maggior parte dei casi infatti, gli asset manager si sono accorti che un semplice sistema di monitoraggio, nonostante sulla carta sia la soluzione perfetta, incontra delle difficoltà strutturali che ne mettono in discussione l’efficacia. Soprattutto negli impianti più vecchi molti componenti non sono sufficientemente sofisticati da gestire multipli protocolli di comunicazione, pochi sono capaci di tracciare in tempo reale quello che succede con adeguati strumenti di diagnosi e ancora meno sono in grado di eseguire autonomamente valutazioni periodiche, anche basiche, sulle performance d’impianto.
Come colmare queste lacune? sfruttando sistemi di nuova generazione.
Le più moderne soluzioni di monitoraggio e telecontrollo, grazie all’evoluzione tecnologica, sono in grado di interconnettersi con tutti i dispositivi presenti in impianto, controllarne il funzionamento e raccogliere enormi quantità di dati. Inoltre, unite all’uso sempre più spinto dell’intelligenza artificiale, permettono ai proprietari di asset rinnovabili di gestire le operazioni di O&M in autonomia attraverso analisi predittiva e machine learning, condividendo automaticamente il flusso di informazioni con i sistemi di Enterprise Resource Planning (ERP) scelti per la gestione globale.
Investire in una piattaforma digitale end-to-end per il monitoraggio permette non solo un grande miglioramento nell’efficienza dei processi, ma anche di ridurre al minimo i costi collegati alla gestione dei portafogli di impianti fotovoltaci massimizzando i profitti.