In un contesto caratterizzato dal venir meno degli incentivi prima previsti per le energie rinnovabili, i PPA (Power Purchase Agreement) sono lo strumento perfetto per garantire a chi vuole investire nella produzione di energia fotovoltaica usufruendo di condizioni di stabilità finanziaria adeguate al proprio business plan.
E’ però necessario avere una visione chiara non solo della loro natura, ma anche delle varie forme con cui questo tipo di contratto viene stipulato.
Sul piano legale, un PPA è un contratto di acquisto di energia nel quale un soggetto (produttore) vende l’elettricità prodotta dal proprio impianto ad un soggetto che provvede a valorizzarla sul mercato.
Questo soggetto, detto trader o grossista, assume la qualifica di utente del dispacciamento e diventa l’interfaccia dell’unità di produzione con la rete di distribuzione elettrica nazionale assumendosi quindi la responsabilità di quanto promesso in termini di immissioni di energia nei confronti del gestore dell’infrastruttura distributiva (In Italia ad esempio Terna S.p.A.).
Con questo tipo di accordi infatti, l’acquirente fornisce una serie di servizi al produttore come la gestione degli sbilanciamenti, la definizione e trasmissione giornaliera delle offerte sul mercato, la gestione dei flussi economici derivanti dalla vendita dell’energia e il ritiro delle GO (Garanzie di Origine).
Dall’altra parte, il produttore si trova strutturalmente esposto al rischio di insolvenza del trader poiché tipicamente riceverà il pagamento, rispetto alla produzione effettivamente immessa di un dato periodo, a consuntivo.
Conoscere bene le tipologie di PPA esistenti permetterà, ad esempio a chi ha investito in un impianto di produzione ad energia fotovoltaica, di tutelarsi al meglio scegliendo un contratto con idonee garanzie in termini di ripartizione dei rischi tra le parti.
Classificazione dei Power Purchase Agreement
Pur non esistendo una classificazione a livello normativo, possiamo suddividere i PPA in due grandi categorie: quelli fisici e quelli virtuali.
I primi hanno in comune una definizione precisa della quantità di elettricità venduta e da fornire per contratto. A seconda della modalità di fornitura si suddividono in:
PPA on-site: prevede una fornitura fisica diretta di energia elettrica, pertanto è obbligatoria la vicinanza fisica tra produttore e consumatore. L’impianto di produzione deve essere situato dietro il contatore del consumatore (tecnicamente “behind the mete” o BTM), ad esempio sul sito aziendale del medesimo. Con un PPA on-site non si applicano oneri come i corrispettivi di rete per l’energia elettrica prodotta dall’impianto, in quanto questa non è fornita attraverso attraverso la rete pubblica, e soprattutto si ha il vantaggio di un dimensionamento ad hoc dell’impianto poiché questo è basato sul profilo di energivoro del consumatore. L’elettricità generata con un PPA on-site riduce direttamente il consumo di un’impresa quindi tutti i PPA on-site sono anche corporate PPA.
PPA off-site: non avviene alcuna fornitura fisica di energia elettrica tra l’impianto e il consumatore. Il contratto prevede piuttosto l’acquisto bilanciato di una certa quantità di elettricità prodotta. Rispetto alla versione “on-site” il produttore fornisce l’elettricità attraverso la rete pubblica, quindi l’immissione deve essere ulteriormente gestita tra i gruppi di bilanciamento dell’impianto che produce e del consumatore.
Ne deriva una maggiore flessibilità, poiché il gestore dell’impianto non è obbligato a costruire in prossimità dell’utenza finale e potrà scegliere località con condizioni ottimali per l’installazione del proprio impianto eolico o fotovoltaico. Il prezzo della fornitura di energia elettrica è negoziato nel PPA, in questo modo tutti i partecipanti godono dei vantaggi della sicurezza del prezzo a lungo termine, e il gestore di rete continua a ricevere gli oneri e i corrispettivi dovuti.
I certificati verdi generati con la produzione di energia elettrica possono e vengono solitamente trasferiti al cliente.
Sleeved PPA: è in linea di principio un PPA off-site in cui un fornitore di servizi energetici funge da interfaccia tra produttore e consumatore.
Tra i possibili compiti vi sono la gestione del gruppo di bilanciamento, il raggruppamento di diversi produttori di energia elettrica in un portafoglio di impianti, la fornitura di quantità residue di energia elettrica o la vendita di surplus di energia, la preparazione di previsioni di immissione, la commercializzazione di certificati verdi o l’assunzione di vari rischi (ad es. i costi per l’energia di bilanciamento o i rischi di inadempienza di un partner contrattuale).
I PPA Virtuali (detti SPPA o Synthetic PPA), a differenza di quelli fisici descritti sopra, disaccoppiano il flusso fisico dell’elettricità da quello finanziario. Anche qui i produttori e i consumatori concordano un prezzo per chilowattora di elettricità, ma l’elettricità non viene fornita direttamente dall’impianto di produzione al consumatore perché è Il trader ad immettere l’energia elettrica prodotta nel proprio gruppo di bilanciamento commercializzandola, ad esempio, sulla borsa spot.
Questo schema è tipicamente integrato da un cosiddetto “contratto per differenza”, cioè un accordo in cui le parti si impegnano a versare una compensazione finanziaria supplementare nella misura in cui il prezzo dei flussi di energia elettrica differisce dal prezzo negoziato bilateralmente.
Grazie a questo doppio binario di pagamento, ciascuno dei partner riesce ad ottenere sicurezza sull’andamento dei prezzi.
La sicurezza del prezzo o la possibilità di ridurre i rischi nella vendita e nell’acquisto di energia elettrica sono solo alcuni vantaggi dei Power Purchase Agreement che, uniti al costante progresso delle tecnologie coinvolte nella costruzione e gestione degli impianti di produzione, possono contribuire sensibilmente a rendere profittevole gli investimenti nelle energie rinnovabili.